Ho esplorato i luoghi come fossero un palcoscenico in cui le strutture architettoniche, il tessuto urbano e le persone si incontrano e interagiscono. Come in un gioco di costruzioni, ho voluto scomporre e ricomporre visivamente gli elementi per ridefinirne le caratteristiche e trovare nuove suggestioni, nella convinzione che “lo spazio è un dubbio: devo continuamente individuarlo, disegnarlo. Non è mai mio, devo conquistarlo” (Georges Perec)
Gerusalemme
Indipendentemente dal sentimento di ognuno nei confronti della fede, Gerusalemme non lascia indifferenti per la presenza di quel coacervo di confessioni, di culture, di riti che qui si incrociano, pur con forti contraddizioni in un immutabile equilibrio. Tutti i segni sono lì, visibili e tangibili, anche se è difficile afferrarli per percepirne i contorni e decodificarne i significati.
Ma in quel piccolo perimetro di mondo, quale è Gerusalemme est, è nettissima la sensazione di trovarsi al centro di una storia millenaria che ancora ci interroga. E l’emozione è forte.