LE NATURE MORTE  DI PAOLA VATTOVANI

 

 

di  Ambra Laurenzi

 

 

 

La natura morta è uno dei generi pittorici più antichi e più rappresentati nel corso dei secoli, pur se con modalità diverse dettate dai vari linguaggi iconografici che nel corso dei tempo si sono succeduti.

Il progetto Nature morte che Paola Vattovani propone non contiene, tuttavia, quei rassicuranti elementi di uso quotidiano ed alimentare a cui la pittura, con rare eccezioni ci ha abituato, ma i rifiuti che produciamo dal nostro vivere quotidiano: resti alimentari, materiale usato o scaduto, contenitori vari, imballaggi, sporcizia domestica, ed altro. Con lo spirito dell’archeologo che indaga ed analizza reperti di civiltà antiche per scoprirne la cultura e i modi di vita, l’autrice ha voluto constatare quale e quanta immondizia produce una persona in una città media occidentale……e noi non sapremo mai a quali conclusioni giungerà l’archeologo del futuro che avrà in sorte di raccontare la nostra storia!

Ogni immagine è contrassegnata dalla data e dall’ora quasi a scandire questa sequenza di produzione rifiuti con rigore scientifico.

La sua ricerca si spinge  oltre l’indagine archeologica e trasforma i mucchietti di materiale di scarto in piccole composizioni, nature morte appunto, nel tentativo di traslare il senso di bellezza e di armonia che deriva da questo genere pittorico e che non è mai fine  a se stesso.

Non c’è nulla in queste fotografie che non ci sia familiare, eppure quella che viene proposta è una cruda evidenza fotografica che ci inquieta, soprattutto per il palese ossimoro contenuto nella rappresentazione: le accurate composizioni costringono ad una visione più attenta per scoprire che si tratta di rifiuti.

Le straordinarie mele e pere di Cézanne, nature morte per eccellenza, non celebrano la bellezza di prodotti della terra, ma cercano l’essenza di un processo in continua trasformazione e  acquistano valore perchè inserite in uno spazio-tempo che le renderà, alla nostra percezione,  assolute e quindi eterne.

I processi di trasformazione della natura appaiono essersi allontanati dalla nostra cultura quotidiana,  assuefatta ad un  usa e getta che fa perdere di vista il valore delle cose consumate ed è su questo valore che l’autrice vuole soffermarsi, costringendoci ad una diversa attenzione su tutto ciò che è oggetto di consumo: cosa e quanto consumiamo, cosa e quanto sprechiamo.

In epoca di profitto, ovunque e comunque, oggi questi sembrerebbero interrogativi obsoleti nonostante i continui e allarmati richiami ad un consumo responsabile e ad una politica del riciclo che potrebbero condurre ad una inversione di tendenza, attraverso un progetto di vita sostenibile dal punto di vista ambientale.

Paola Vattovani è un’autrice che riesce sempre a sorprende per il suo  acuto sguardo sulla contemporaneità che disorienta e induce ad attente riflessioni.

Guardiamo allora con attenzione le nature morte che ci propone, e che ci chiede di leggere attraverso un cambiamento di segno per qualcosa che diventando bello possa essere anche buono.

Buono per tutti noi e per il nostro futuro.